Il Saggiatore
Apnea. Viaggio nelle profondità del corpo e dell'oceano
Alessia Zecchini
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 176
Guardi in basso, davanti a te: il confine da attraversare è una piatta distesa azzurra apparentemente senza fondo, che attende solo di abbracciarti. Gonfi i polmoni, pieghi le gambe e ti prepari a trattenere il fiato, a lungo, per metri e metri e metri, sempre più giù, oltre i pesci colorati e le gorgonie, giù, fino a quando la luce si affievolirà e poi sparirà, fino a quando il freddo ti annebbierà la mente e rischierà di farti perdere la concentrazione, fino alle «acque profonde» dove potrai lasciarti affondare e basta. -15 metri, -90, -113... e poi la risalita: sbatti le pinne, raccogli le forze e ti spingi gradualmente verso l'alto. Ecco, ce l'hai fatta. Sei di nuovo fuori. Ora, finalmente, riprendi fiato. La pluricampionessa Alessia Zecchini, «la regina degli abissi», ci guida alla scoperta dei segreti dell'apnea. Alternando aneddoti sulla storia della competizione alle tappe del suo percorso di sportiva internazionale, ci conduce in un'esplorazione personale degli abissi del mondo fisico e dell'interiorità: dalle immersioni nel Mediterraneo, nel Mare dei Caraibi e nel Golfo di Aqaba ai sette anni di lotta con i disturbi alimentari; dalle prime vittorie e medaglie alla perdita del maestro in un incidente subacqueo; dalle tecniche con cui ha imparato a controllare le emozioni negative all'impegno che da anni esprime in difesa dell'ambiente. Episodio dopo episodio, il suo racconto si fa introspezione, immersione nella vita e nella ricerca di sé, sempre a caccia dell'equilibrio tra ansie e affetti, eccitazione e pazienza, entusiasmo e controllo. "Apnea" è un'indagine del limite e di che cosa significa provare a superarlo. Un invito ad affrontare le nostre paure. A scendere nel punto più buio e profondo di noi per risalire verso la luce e l'aria più forti di prima.
Patrie
Nichi Vendola
Libro: Copertina rigida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 192
Siamo nella magia del Salento, su uno scoglio pronti al tuffo, insieme a un bambino: nostro figlio. Poi siamo a Mosca, nella Piazza Rossa tutta coperta di neve. Siamo esuli a Los Angeles, oppure corriamo per le strade di Genova in fuga dai lacrimogeni. Vediamo Sarajevo e Baghdad martoriate dalla guerra, fremiamo nella sala d'attesa di un reparto maternità. Queste poesie di Nichi Vendola vibrano delle sue mille battaglie e formano una costellazione di infinite "Patrie", linguistiche, emotive, culturali. Parole controcorrente rispetto al tempo che viviamo, parole che ospitano umanità, festeggiano il dono della diversità, invocano un patriottismo senza nazione o razza o genere; parole come cantieri, conflitti, gravidanze. La varietà di temi e ambientazioni si riflette in quella delle forme, dall'icasticità dell'ideogramma alla musicalità delle ballate e delle filastrocche. Sospesi tra passione e ideologia, questi versi sono pellicole cinematografiche, corpi vivi sulla scena, materia palpitante di desideri e allegrie e ansie e dolori. È una poesia, quella di "Patrie", che non dice le cose: è le cose. Cose antiche, attuali o ancora da venire che, attraverso lo sguardo del poeta, giungono a vivere davanti a noi, sotto i nostri occhi.
Aut aut. Volume 390
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 200
Pier Aldo Rovatti Il gesto fenomenologico; Materiali: Enzo Paci "Il selciato sul quale cammino..." (8 gennaio 1958); Enzo Paci "Epoché"; Francesco Stoppa "A mani vuote"; Mario Colucci "Camminare sul ghiaccio"; Beatrice Bonato "Inattualità della sospensione"; Raoul Kirchmayr "L'epoché come sovversione e la torsione del tempo"; Giovanni Leghissa "Dalla scienza rigorosa al diario"; Pierangelo Di Vittorio "Ciò che è ovvio troviamolo strano. Percorsi fenomenologici"; Nicola Gaiarin "Il gesto che non finisce"; Damiano Cantone "Sospensione e suspense"; Graziella Berto "Il segreto della responsabilità"; Alessandro Di Grazia "L'esercizio dell'attenzione"; Antonello Sciacchitano "Husserl e il soggetto della scienza".
Tokyo riconquistata
David Peace
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 512
Tokyo, 5 luglio 1949. Sadanori Shimoyama, il presidente delle Ferrovie giapponesi incaricato di licenziare migliaia di lavoratori, esce di casa per andare al lavoro e d'improvviso scompare nel cuore della città. Il giorno dopo il suo cadavere viene ritrovato a nord, sui binari della linea Jöban, dilaniato dal passaggio di un treno. La sua morte scuote la nazione: è suicidio? O è il brutale omicidio di un uomo odiato da molti? Oppure un elaborato piano internazionale per screditare i sindacati del paese che gli Stati Uniti voglio trasformare in un baluardo contro il comunismo in Oriente? Il mistero di questa morte infetta l'anima del Giappone e, come un anatema, perseguita chi di generazione in generazione ne è stato toccato: il detective Harry Sweeney, incaricato di indagare su Shimoyama e di confezionare una verità gradita ai superiori; l'ex poliziotto Murota Hideki, che quindici anni dopo, in una città che si prepara alle Olimpiadi, segue le tracce di uno scrittore sfuggente che sembra sapere troppo della vicenda; Donald Reichenbach, traduttore e intellettuale innamorato del Giappone, che quasi quarant'anni dopo si trova ad affrontare un passato che credeva sepolto e a rendere conto dei segreti che ha custodito. Con "Tokyo riconquistata" David Peace conclude la "Trilogia di Tokyo", trasfigurando il racconto di un crimine irrisolto in una meditazione malinconica e amara sui complotti politici e sulle vittime sacrificali su cui sono fondate le nazioni moderne. Un fatto di cronaca che ha segnato la storia del Giappone diventa così una parabola potente e feroce su compromessi e segreti, ricatti e silenzi celati tra le pagine della storia ufficiale, dei quali gli uomini di ogni luogo e ogni tempo sembrano non saper fare a meno.
Tokyo città occupata
David Peace
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 368
Tokyo, 26 gennaio 1948. Un uomo entra in una filiale della banca Teikoku e dice di essere un medico incaricato di vaccinare il personale a causa di un'epidemia di dissenteria. Poco dopo, dodici persone muoiono avvelenate e l'assassino scompare con qualche banconota in tasca. Sotto la neve gelida che cade sulla città occupata dalle forze americane, a guerra finita ma in una notte senza tempo, uno scrittore corre nel fango portando con sé il proprio libro incompiuto, la cronaca ancora monca di quella strage insensata e irrisolta. Trova rifugio e risposte nell'oscurità di un tempio in rovina: un rituale arcano evoca le ombre dei testimoni del crimine, ognuno con il proprio frammento di verità e i propri segreti. Nella luce tremula di dodici candele sfilano poliziotti e criminali, capri espiatori e occultisti, agenti segreti e informatori, morti che non trovano riposo e vivi che desiderano essere morti. Guidato dalla voce delle ombre, lo scrittore ripercorre i fatti attraverso rapporti ufficiali e confidenziali, bestemmie e preghiere, articoli di cronaca e canzoni, confessioni lucide e deliri allucinati, diari privati e racconti fiabeschi, confrontandosi con una verità inafferrabile, multiforme, sempre contraddittoria. Con il secondo capitolo della "Trilogia di Tokyo" David Peace costruisce il proprio romanzo più complesso. "Tokyo città occupata" è un ipnotico gioco di specchi, una seduta spiritica in cui i defunti si manifestano in un coro di voci tutte discordi e la dissezione di un fatto di cronaca diventa l'occasione per mettere in discussione il concetto stesso di verità, mutevole e sfuggente come ogni cosa umana.
Tokyo anno zero
David Peace
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 440
Tokyo, 15 agosto 1946. A un anno dalla resa incondizionata, sotto l'occupazione dei vincitori americani la città è ferita, franta, in macerie. Le strade invase da cani randagi e umanità dolente. Le notti dominate dai traffici del mercato nero, dalle lotte tra gruppi criminali, dall'impotenza della polizia, dalla connivenza della polizia. Il passato cancellato insieme ai simboli dell'impero. I nomi svuotati dai cambi d'identità. La memoria collettiva e individuale rimossa. È in questa città che in un parco vengono scoperti i corpi di due donne stuprate e strangolate. Per l'ispettore Minami queste morti sono collegate a un cadavere senza nome ritrovato un anno prima, uno dei tanti omicidi irrisolti e subito dimenticati. Convinto di dare la caccia a un assassino, Minami affonda invece nel proprio inferno privato - alcol e calmanti, notti insonni e rimorsi. La sua indagine diventa una battaglia tragica per sfuggire ai morsi del passato e ai fantasmi della guerra. Con "Tokyo anno zero" Peace inaugura la "Trilogia di Tokyo", dopo il "Red Riding Quartet" la sua opera più ambiziosa. Tra le sue mani i casi di cronaca nera registrati nel periodo dell'occupazione americana si trasformano in un crudo racconto della storia parallela del Giappone, veicolato da un linguaggio intessuto di ripetizioni martellanti, suoni stridenti e onomatopee alienate. Peace canta la violenza del vincitore; l'ambiguità del compromesso; un'umanità devastata da incubi e ossessioni, che ci risulta fin troppo familiare.
Finestre sull'altrove. 60 vedute per 60 rifugiati
Matteo Pericoli
Libro: Copertina rigida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 160
Quando si fugge, si fugge sempre altrove: verso altri paesaggi, altri odori, altri rumori; verso una sicurezza che è assieme anche una sensazione di precarietà. "Altrove" è il luogo verso cui si muovono i migranti del mondo e quello in cui spera di trovare riparo chi è in cerca di asilo da guerre e persecuzioni. "Altrove" è un luogo a metà tra il passato e il futuro, tra il dolore e la serenità, tra la speranza e la nostalgia. Questo libro raccoglie 60 "Finestre sull'altrove" di rifugiati: 60 disegni delle vedute che osservano ogni giorno realizzati da Matteo Pericoli; 60 racconti in prima persona della loro nuova vita in un paese straniero dopo aver lasciato tutto dietro di sé. A emergere è una testimonianza unica della condizione di chi vive sotto protezione internazionale, ma anche un ritratto intimo di queste esistenze a loro modo straordinarie: dall'attivista irachena Nadia Murad, che richiama alla mente i paesaggi perduti dell'infanzia, alla profuga etiope Nyamal Biel, che ora lotta per donare un futuro ai bambini nei campi profughi; dal premio Pulitzer vietnamita Viet Thanh Nguyen, che ricorda la finestra sull'autostrada nei suoi primi anni da esule, a Sarah Mardini, scappata dalla Siria e poi arrestata con accuse pretestuose mentre aiutava i migranti al largo delle coste greche; da Albie Sachs, giudice sudafricano antiapartheid, costretto a lasciare il paese dopo un attentato in cui perse il braccio e oggi tornato a contemplare le montagne sopra Città del Capo, al giovane afghano Ubdar, che ripensa a quando sedersi vicino a una finestra significava rischiare la vita. "Finestre sull'altrove" è un viaggio per parole e immagini che parte dai vissuti dei rifugiati del mondo e arriva alle radici dell'anima umana. Perché, come scrive nell'introduzione Colum McCann, «non c'è finestra più misteriosa di quella che dà sul luogo al quale non possiamo tornare». Prefazione di Gianni Rufini. Introduzione di Colum McCann. Con uno scritto di Bill Shipsey.
Che cosa abbiamo nella testa? Il cammino accidentato della ragione
Edoardo Boncinelli, Antonello Calvaruso
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 248
Come si forma il pensiero? Che cosa sono esattamente memoria, coscienza e mente? Davvero tutto quello che accade dentro di noi non è dovuto ad altro che a un fascio di impulsi elettrici? Quanto c'entra l'istinto e quanto la razionalità nelle scelte che facciamo? In "Che cosa abbiamo nella testa?" Edoardo Boncinelli e Antonello Calvaruso ci spiegano tutto quello che oggi sappiamo sul cervello e sul suo funzionamento. Grazie ai progressi della scienza ora siamo consapevoli che proprio il cervello è la casa dei pensieri, della mente, della razionalità, perfino delle emozioni. E anche se non esiste ancora una definizione univoca di «pensiero», sappiamo che ne convivono in noi due tipi: uno immediato - l'istinto che ci fa sottrarre la mano dal fuoco quando ci scottiamo - e uno complesso - che implica l'intervento della razionalità e comporta una valutazione delle variabili prima di compiere una qualsiasi scelta. Ma anche in questo caso siamo molto meno razionali di quanto crediamo, perché di fatto il nostro cervello risponde agli stimoli esterni in modo schematico, guidato dal retaggio della nostra evoluzione: tendiamo a prendere le decisioni rapidamente e col minimo sforzo, spesso cadendo in tranelli di cui nemmeno ci rendiamo conto. Con "Che cosa abbiamo nella testa?" Boncinelli e Calvaruso ci offrono una guida al cammino accidentato della ragione, alla scoperta di ciò che siamo e delle insidie che la mente infila fra i nostri pensieri, insegnandoci a riconoscerle per evitarle o servircene attraverso molti esempi in cui possiamo ritrovare le nostre esperienze quotidiane. Per comprendere meglio noi stessi, il nostro nucleo più autentico: forse la sfida più temeraria che possiamo affrontare. Postfazione di Domenico De Masi.
La ragazza Carla
Elio Pagliarani
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 64
Il cielo è grigio, Milano è immersa nella nebbia. Si sente lo sferragliare dei tram, il fischio dei treni in partenza e il brulichio di una moltitudine che va a passo spedito: la città è densa e preme. Ogni giorno la periferia si svuota e ogni giorno uno sciame di persone si muove verso il centro fremente di attività. Fra loro c'è Carla Dondi, «di anni / diciassette primo impiego stenodattilo / all'ombra del Duomo». Ragazza che sgomita nella società degli adulti, ma questa le rimanda indietro i colpi: le molestie dei superiori, le ambiguità e le contraddizioni di un tempo che corre troppo in fretta verso i radiosi futuri lasciando dietro di sé detriti umani e materiali. La periferia di Carla ospita le storie di tanta altra gente come lei, gente di case popolari che il miracolo economico lo legge sui giornali, che il progresso lo insegue in treno o in bicicletta ma non sa bene cosa sia poi veramente, il primo caffè ancora in corpo prima del turno in fabbrica o in ufficio. Forse è quella gru, quel torracchione di vetro appena innalzato, in cui si specchia un «cielo d'acciaio che non finge / Eden e non conosce smarrimenti». La voce di Pagliarani segue le vicende di Carla e le registra rarefatta, metallica, atona. Il poeta sonda ogni possibilità della lingua, ogni sua declinazione colta, ogni sua discesa popolare, aprendosi a un immaginario linguistico apparentemente illimitato: "La ragazza Carla" «è straordinario poema polifonico», come scrive Aldo Nove nella prefazione. Canto di un'esperienza individuale e controcanto, molto più ampio, di un'Italia che sta per vivere una crescita economica e sociale senza precedenti, che lascia alla poesia, all'arte, il compito di svelarne le storture.
Il giardino del Mediterraneo. Storie e paesaggi da Omero all’Antropocene
Giuseppe Barbera
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 288
La bellezza del paesaggio mediterraneo può rimandarci all’immagine del paradiso terrestre: i generosi boschi di olivi che con le loro esistenze millenarie ingannano il passare del tempo; i giardini verdeggianti di capperi e zibibbo, ostinatamente coltivati sulla terra «africana» di Pantelleria; le arance, i limoni, i mandarini che esplodono scintillanti di giallo e arancione tra il castello di Maredolce e le coste di Grecia, Tunisia, Spagna; i resti preistorici di leccio e sughera, olivastri e filliree, sepolti e riscoperti all’interno di grotte ombrose. A differenza dell’Eden biblico, però, questa realtà possiamo visitarla ogni volta che lo desideriamo; e in ogni pianta riconoscere un istante della nostra storia. Giuseppe Barbera ci guida in un viaggio inebriante nella diversità di profumi, colori, suoni e sensazioni che compongono questi territori: tra vita e cultura, botanica e mitologia, mondo esteriore e mondo interiore, Barbera ripercorre i molteplici incontri di uomo e natura sulle sponde del Mediterraneo attraverso le tracce che hanno lasciato in Sicilia, luogo simbolo per leggere l’evoluzione del paesaggio nell’Antropocene. Dai misteriosi legami che uniscono i fichidindia della campagna etnea e i nopalitos del Messico azteco alle colline sopra Pergusa, coperte di «bellissimo frumento, dono prezioso di Cerere», come le descrisse Goethe nel suo Grand Tour; dalla devastazione degli agrumeti della Conca D’Oro durante il «sacco di Palermo» al recupero della Kolymbethra, per decenni lasciata al degrado e all’oblio nell’antichissimo bosco di mandorli e olivi della Valle dei Templi; fino alle «cattedrali nel deserto» che hanno stravolto il territorio di Gela in favore di un’industrializzazione effimera quanto il miraggio della presenza di giacimenti petroliferi. “Il giardino del Mediterraneo” è il racconto di questa irripetibile anomalia geografico-umana durante le epoche passate e, allo stesso tempo, una riflessione sul modo in cui possiamo preservarla dalle nostre autodistruttive manipolazioni presenti e future. Un punto di vista inedito su ciò che ci circonda, per capire che un paesaggio non è solo alberi e frutti e terra: è la meraviglia invisibile; è lo sguardo di chi lo abita.
Solenoide
Mircea Cartarescu
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 944
Dentro una strana casa a forma di barca uno scrittore fallito consuma la vita creando pianeti nella propria testa, annotando sogni e incubi su un diario folle, vagando con la mente per una Bucarest allucinata, pulsatile, ectoplasmatica. Divenuto professore di romeno in una scuola di periferia, lavoro che detesta e ripudia, in quel tetro edificio conosce figure che diventano per lui punti di riferimento: un matematico che lo inizia ai segreti più reconditi della sua materia, gli adepti di una setta mistica che organizza manifestazioni contro la morte nei cimiteri della città e infine Irina, la donna di cui si innamora. In un delirio abbacinante di immagini assurde, lo scrittore tenta disperatamente di sfuggire alla tirannia dei nostri cinque sensi e di accedere a un’altra dimensione dell’esistenza. “Solenoide” è il capolavoro di Mircea Cărtărescu, l’opera monumentale che ingloba e fagocita tutte le precedenti, restituendoci la totalità del suo pensiero e l’eccezionalità della sua scrittura, la quale ricorda Kafka, Borges, Pynchon, Bolaño. C’è qui l’impronta di un visionario, un profeta che ci svela in tutta la sua evidenza la «cospirazione della normalità», la gabbia che il nostro cervello ha costruito per noi. Perché per Cărtărescu la realtà è un carcere e noi, come il protagonista di questo libro, abbiamo il dovere di evadere, di cercare, anche a rischio di impazzire, un’altra verità. “Solenoide”, è questa la sua grandezza, apre uno squarcio e illumina la via di fuga.
Tempi moderni
Cathy Sweeney
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 144
Una moglie ama il marito, lo ama così tanto che ogni giorno si porta il suo membro al lavoro, nel cestino del pranzo accanto ai panini e ai biscotti. Un uomo che non mangia arance incomincia a manifestare una profonda e inquietante ossessione per questi frutti e la loro decomposizione. Una donna una mattina si sveglia e scopre che la sua caviglia destra è blu, poi anche l'altra caviglia, poi le gambe. Un palazzo si ammala: torri, mura e fontane si sgretolano e marciscono, colpite da una misteriosa infezione che sembra pesare anche sui suoi abitanti. Una coppia si somministra a turno scosse elettriche per rinforzare il proprio amore. In un villaggio si narra una storia di taglialegna, lupi e fanciulle, ma non è la favola che pensiamo di conoscere. Sono racconti che assomigliano alla materia dei sogni: fiabe delicate e grottesche in cui le regole e le certezze del nostro mondo vengono deformate e piegate, in cui i protagonisti sono mossi da pulsioni strane e irresistibili, in cui la sequenza degli eventi rompe gli argini della logica e si rivela perfettamente sensata nella sua assurdità. Cathy Sweeney ha tagliato, levigato e asciugato il linguaggio fino alla sua essenza, condensandolo in storie simili a gemme rare, sulle cui facce si riflette il bizzarro e spietato umorismo delle nostre esistenze e che rimangono indelebilmente fissate nell'animo di chi legge.